È l’unico intervento di chirurgia plastica che può (anzi dovrebbe!) essere effettuato prima dell’età adulta. Infatti l’otoplastica viene eseguita più frequentemente durante la pubertà (o talvolta anche prima, intorno ai 5 anni), per risolvere malformazioni dell’orecchio – a sventola, o le più rare macrotia (dimensioni eccessive) e criptotia (od orecchio “nascosto”, quando cioè il bordo superiore del padiglione auricolare è nascosto sotto una piega secondaria del cuoio capelluto con un ripiegamento anomalo della cartilagine in alto verso la testa) – che si verificano su uno o entrambi i lati e possono creare complessi o disagi anche profondi in una persona.
Senza dimenticare l’intervento “secondario” in caso di esito negativo del primo: bisogna ricordare che, dopo un’operazione, la cartilagine dell’orecchio tende a riassumere la posizione iniziale nel 15-20% dei casi. La correzione di questi inestetismi avviene, in anestesia locale più sedazione e prevede l’immediato ritorno a casa del paziente.
Le incisioni – per asportare la pelle in eccesso e creare o aumentare la piega antielica, appena dentro il bordo auricolare e ridurre la conca cartilaginea ingrandita – sono generalmente realizzate sulla superficie posteriore dell’orecchio. Quando sono necessarie incisioni sulla parte anteriore, vengono fatte all’interno delle sue pieghe per nasconderle. Punti di sutura concludono l’intervento. Obiettivo: fissare la nuova forma della cartilagine, salvaguardando un effetto naturale.
Già il giorno successivo, il paziente potrà tornare alle sue occupazioni abituali, con un’unica prescrizione: avvolgere strettamente le orecchie con l’apposita benda per circa 15 giorni. Il risultato è visibile subito, con le piccole cicatrici nascoste dietro l’orecchio o nelle sue pieghe naturali. Con il passare degli anni, il lobo auricolare ha perso turgore e compattezza o si è progressivamente deformato?
L’età o gli orecchini troppo pesanti possono colpire anche lui: il lobo dell’orecchio, una plica cutanea, priva di muscolo e cartilagine, ma ricca di tessuto adiposo. Con il tempo, si segna, si deforma, perde compattezza, contribuendo a invecchiare il viso. Il bisturi, in questo caso, non serve: basta un trattamento di medicina estetica. Per ringiovanirlo, ideale un filler a base di acido jaluronico o di CMC (carbossimetilcellulosa sodica purissima cross-linkata).
È un polimero reticolato derivato dalla cellulosa, appartenente alla stessa famiglia dell’acido jaluronico e, come questo, del tutto riassorbibile e bio-compatibile, non di origine animale e persino più duraturo del precedente. Inoltre, la duttilità del prodotto permette di impiantarlo in modo sicuro sia a livello del sottocute che del derma medio e profondo, ottenendo un ottimo effetto volumizzante e riempitivo. Il risultato dura dai 6 mesi, poi serve un richiamo.