Il lipofilling consiste nell’innesto di tessuto adiposo autologo (ossia di grasso del paziente) per colmare zone del viso e del corpo “depresse”, che hanno perso turgore e volume con il procedere degli anni. Il prelievo avviene con una cannula sottile, dotata di una punta che non danneggia il grasso e collegata a una siringa maneggiata dall’operatore per estrarre tessuto adiposo ancora vitale da addome, fianchi, ginocchia e glutei. Resta vero che la zona più indicata per effettuare questo prelievo, è quella sovrapubica, situata appunto tra ombelico e pube, perché più ricca di cellule staminali, dall’effetto rivitalizzante”.
Il grasso viene poi sedimentato e centrifugato a 3.000 giri per 3 minuti allo scopo di purificare il prelievo dai fluidi in eccesso (anestetico, acqua, sangue), quindi reinserito con siringhe molto piccole, così da favorire la vascolarizzazione del tessuto e, di conseguenza, il suo attecchimento. L’effetto è visibile dopo 7-15 giorni, la pelle comincia a migliorare dopo 3 mesi.
Zigomi sì, occhiaie no
Molti gli utilizzi estetici di questa tecnica, tanto da essere considerata – a ragione – una sorta di panacea per correggere inestetismi in modo rapido e poco invasivo. In particolare, sul viso si può restituire turgore e compattezza agli zigomi e alle guance e riempire i solchi nasogenieni (i solchi, spesso profondi, ai lati del naso). Il lipofilling è, invece, sconsigliabile per attenuare le occhiaie, perché la pelle di questa area del volto è particolarmente sottile (1-2 mm) e, dunque, inadeguata a ricevere materiale adiposo, a causa della sua densità.
Nel corpo si possono correggere eventuali avvallamenti dovuti a liposuzioni male eseguite, ma anche migliorare, con ottimi risultati, cicatrici da traumi o da interventi chirurgici e, persino, ustioni. Solitamente l’intervento viene eseguito in regime di day-hospital e in anestesia locale con o senza sedazione. Può richiedere fino a tre sedute a distanza di qualche settimana una dall’altra (specie se la zona da trattare è estesa), a causa del riassorbimento parziale e soggettivo del grasso. Non è indicato per restituire volume al seno: gli innesti di grasso potrebbero creare microcalcificazioni che, durante una mammografia o un’ecografia, rischiano di simulare o nascondere una formazione tumorale.
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