L’intervento di lifting inutile dirlo, è di grande soddisfazione ed è l’unico intervento in grado di offrire un ringiovanimento completo del volto, soprattutto se è associato a terapie ancillari quali ad esempio la blefaroplastica, la rinoplastica ed il laser resurfacing.
All’inizio c’era il lifting cutaneo. Consisteva nell’incisione e nell’asportazione di un piccolo tratto di pelle, poi “tirata” indietro e suturata in tensione. L’effetto di ringiovanimento era immediato, ma di breve durata. Dopo poche settimane, al massimo qualche mese, i tessuti riassumevano, infatti, la situazione iniziale. Da qui la necessità di intervenire anche sui piani muscolari più profondi del viso per ottenere un risultato long-lasting.
Nasce così la tecnica del lifting facciale con lo Smas (sistema muscolo-aponeurotico superficiale). Oltre a tendere gli strati epidermici superficiali, prevede, appunto, il sollevamento dello Smas che, con il procedere degli anni, perde progressivamente tono e compattezza. Due le opzioni per il chirurgo plastico: o accorciare lo Smas, rimuovendone una porzione, per poi suturare i margini in tensione, oppure “duplicarlo” con punti di sutura frazionandolo all’indietro e in alto, per riposizionarlo. Il professor Giuseppe Sito, specialista in questa tecnica operatoria, è favorevole alla prima, per evitare di compromettere l’integrità del nervo facciale.
Grazie a tale metodica, oggi il lifting del viso (o ritidectomia) è l´intervento più indicato per restituire elasticità alla pelle, ringiovanendo visibilmente i lineamenti. Può essere esteso a tutto il volto o limitato a una parte (guance o collo). In particolare, restituisce freschezza e vivacità allo sguardo, permette di “spianare” le rughe tra gli angoli del naso e della bocca (solchi naso-genieni e naso-labiali), quelle sulle guance e sul labbro superiore, restituendo definizione all’ovale.
Per migliorare ulteriormente l’esito finale, lo specialista può effettuare anche la blefaroplastica superiore e /o inferiore (che elimina palpebre cadenti, borse e occhiaie) o ricorrere a trattamenti “ancillari” come il lipofilling (riempimento di guance, zigomi e altre zone “svuotate” del viso con grasso autologo, cioè prelevato da fianchi, addome e cosce della paziente stessa), la liposuzione locale (aspirazione del tessuto adiposo in eccesso su mento e collo), i filler di acido jaluronico e/o le microiniezioni di tossina botulinica.
L’iter comincia con la prima visita, durante la quale il paziente spiega le sue aspettative e il chirurgo analizza le condizioni del viso e la qualità della pelle, decidendo il tipo di lifting più adeguato. In genere, l’intervento viene effettuato in anestesia locale con sedazione o, in certi casi, generale.
Così il decorso post-operatorio, pur variando a seconda dei casi e delle tecniche utilizzate, è solitamente breve. Bisogna mantenere un bendaggio intorno alla zona trattata per un paio di giorni. Gonfiori e lividi scompaiono nel giro di 2-3 settimane. I punti di sutura saranno rimossi dal chirurgo in occasione dei controlli. Entro quindici giorni dall’intervento è possibile ritornare alle normali attività quotidiane e dopo un mese a quelle sportive. Unica avvertenza valida soprattutto nei mesi estivi: evitare l’esposizione al sole per i tempi stabiliti dallo specialista.
Le piccole cicatrici sono situate in zone poco visibili (dietro le orecchie o tra i capelli), mentre quella posta davanti al padiglione auricolare diventa normalmente impercettibile in qualche mese. Il risultato globale dura fino a dieci anni, anche se molto dipende dai fattori genetici e dallo stile di vita della persona.
Il lifting dall’inglese to lift ha il significato letterale di tirar su: difatti, l’intervento di lifting, che viene considerato l’intervento di chirurgia estetica più completo ed anche più difficile, consiste nel riposizionamento degli strati cutanei e, soprattutto muscolari che, per effetto di molteplici fattori quali la forza di gravità, il deficit di collagene ed elastina che fisiologicamente si presenta nelle età più avanzate della vita, che tendono a scivolare verso il basso.
E’ tipico della paziente o del paziente che desiderano sottoporsi al lifting del volto la presenza di veri e propri bargigli, che altro non sono che pliche estremamente antiestetiche dovute al sovrapposizionamento di tessuti scivolati verso il basso.
L’intervento di lifting si esegue oggi anche in anestesia locale con una possibile sedazione ipnotica e non più con anestesia generale; durante l’intervento si procede ad un vero e proprio rimodellamento del viso riportando verso l’alto i tessuti scivolati.
Il paziente o la paziente vengono successivamente bendati ed inviati al proprio domicilio; dopo 3-4 giorni si procede alla prima medicazione, rimuovendo le bende e dopo solo una settimana-10 giorni, il paziente è in grado di riprendere le proprie attività.
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