Una delle cartine di tornasole dell’invecchiamento? Le labbra. Con l’età, infatti, vanno incontro a una progressiva, quanto inesorabile perdita di volume, pari a circa il 30% già dopo i 40 anni. In più il filtro labiale si allunga, l’arco di Cupido e il bordo delle labbra si appiattiscono.

Colpa della riduzione di collagene e di tessuto adiposo, che interessa tutto il viso. Ad aggravare la situazione contribuiscono l’eccessiva esposizione al sole e alle lampade solari, il fumo, lo stress… Tutti buoni motivi che convincono un numero crescente di donne (ma anche di uomini!) a ricorrere al medico (o al chirurgo) estetico per un ritocco soft.

A dire il vero, spesso non è solo il tempo a influire su questa decisione. Molte donne, anche giovani, decidono di rimpolpare le labbra, perchè troppo sottili o solcate sul profilo superiore da piccole rughe (o “codice a barre”) o per rialzare gli angoli lateriali che… cadono giù, conferendo al volto un’espressione triste e corrucciata. In realtà, lo specialista può correggere con estrema precisione difetti e imperfezioni di qualunque punto dell’area labiale e perilabiale, rendendo in pochi istanti la bocca più giovane e carnosa, senza lo sgradevole “effetto a canotto”. Ci vuole solo il filler giusto.

Con aghi o microcannule
Il materiale utilizzato è, quasi sempre, acido jaluronico di diversa densità, a seconda del risultato – rivitalizzante, rimodellante o riempitivo – che si intende ottenere. Si tratta, com’è noto, di una sostanza biocompatibile, dunque ben tollerata dal nostro organismo, che lo riassorbe gradualmente senza effetti collaterali. Non serve, quindi, un test preliminare per verificare intolleranze o allergie.

Il trattamento è indolore, anche grazie alla presenza, all’interno del filler, di lidocaina, un leggero anestetico ad azione localizzata. Eventuali arrossamenti e micro-edemi dopo la seduta scompaiono nel giro di qualche ora. Ormai banditi dal mercato sono, invece, i filler “permanenti”. Se, da un lato, offrivano l’apparente vantaggio di una soluzione definitiva, sortivano dall’altro, risultati eccessivi (ancor più evidenti con l’invecchiamento) e rimuovibili con difficoltà. E per eliminare il “codice a barre”?

Serve un “refreshing” della zona, in grado cioè di idratare i tessuti in profondità, proteggendoli dall’aggressione dei radicali liberi e dell’ambiente, e ridisegnare il profilo della bocca, senza modificarne forma e volume. Lo specialista inietta una formula ad hoc di acido jaluronico mediante una sorta di “nano-cannula” del calibro di un ago tradizionale, ma più lunga e con la punta arrotondata. Bastano due pick laterali. Risultato: pelle e mucosa più levigate ed elastiche, rughe meno visibili.