Intervista Eccellenze Italiane

«Buonasera e benvenuti al consueto appuntamento con “Eccellenze Italiane”. Oggi parleremo della correzione dei difetti e dei volumi del volto con i filler; quando farli e quando no. Per farlo siamo in collegamento da Torino con il direttore scientifico dell’Univeristà Pegaso: il professore Giuseppe Sito. Buonasera professore e benvenuto.»

«Buonasera a lei. Come va?»

«Bene professore, grazie. Lei è considerato uno dei massimi esperti per quello che riguarda il filler del viso. Per quale motivo?»

«Sì, effettivamente sono considerato tra i massimi esperti al mondo, forse perché giro tanto, sono invitato ai congressi nazionali, internazionali e ho anche scritto dei libri; è una passione antica quella che coinvolge l’arte e la medicina allo stesso tempo, ovvero la correzione di quelli che sono i cosiddetti difetti del volto, cioè la mancanza di zigomi, la profondità di una ruga naso geniena, una guancia scavata e così via. Insomma la correzione “artistica” di quelli che sono i difetti del volto.»

«Professore quindi un filler è consigliabile quando? A quale età? Per quale tipo di problema?»

«La sua è una domanda molto pertinente: non c’è un’età per il filler, nel senso che ovviamente il filler è sconsigliato quando ci sono in atto delle malattie ma in una persona che gode di buona salute il filler si può fare a qualsiasi età; per un motivo etico più che lecito noi non facciamo filler al di sotto dei 18 anni, però a 19/20/21 anni subiamo l’attacco di coloro che sono appena usciti dall’adolescenza e che vogliono le labbra un po’ più carnose. Per quanto riguarda le trentenni si cominciano a vedere le rughe naso geniene e qualche appiattimento del viso perché il grasso di cui sono prevalentemente formati gli zigomi comincia a venire meno. Ci sono poi dimagramenti, quindi abbiamo le guance scavate e poi c’è da riempire le tempie.
Un filler si può usare sempre, ma quello che è importante è usare filler conosciuti che non diano problemi (oggi le aziende hanno raggiunto degli standard qualitativi davvero incredibili) ma anche saperli usare e perché dico questo? Perché ogni tanto arrivano alla mia osservazione dei disastri e quando io chiedo il tipo di filler che è stato utilizzato e chiedo del tagliandino di controllo, mi si risponde che quest’ultimo non è stato dato: questo non va bene, perché noi dobbiamo sempre lasciare un’attestazione di quello che abbiamo adoperato, è una misura di sicurezza, perché tramite il tagliandino noi possiamo risalire alla casa e anche al lotto, per capire se quel disastro è stato un errore tecnico o se dipende dal filler stesso. Il filler normalmente è una sostanza totalmente innocua. Per il 90% si parla di acido ialuronico e per un 10% si parla di calcio idrossiapatite: sono gli unici due filler che personalmente mi sento di consigliare.»

«Quindi abbiamo visto che non ci sono rischi. Quali sono invece le indicazioni?»

«Le indicazioni sono di carattere prevalentemente estetico: per esempio le labbra sono una delle indicazioni più frequenti, per le quali abbiamo dei filler appositi cosiddetti “biodinamci”, ovvero filler che si modificano a seconda dei movimenti, quindi non lasciano volumi, non lasciano palline, sono estremamente naturali e seguono i movimenti delle labbra; non dimentichiamo che le labbra non sono solo un programma estetico, ma parlano e hanno una funzione nella respirazione. Le labbra sono estremamente importanti, quindi non possono essere rigide come i cannotti che di tanto in tanto vediamo.
I filler possono essere utili anche nella senescenza, laddove vediamo delle asimmetrie e allora ricostruiamo il viso che si era in parte consumato.
Il filler è riempitivo ma deve essere fatto in un certo modo e questo è il motivo per cui noi oggi preferiamo i filler biodinamici.
Noi nella nostra “arte” abbiamo 4 dimensioni: non solo la larghezza, la lunghezza e la profondità, ma abbiamo una quarta dimensione che è la più importante di tutte: la vita, cioè il movimento, il dinamismo. Con i nostri filler, quindi, dobbiamo essere capaci non solo di riempire, di colmare i difetti o di esaltare le forme, perché la bellezza è data da un alternarsi di convessità e concavità: se ragioniamo capiamo di avere le convessità, quindi gli zigomi; abbiamo le concavità, cioè le tempie e la guancia e abbiamo di nuovo le convessità della linea mandibolare, dunque l’alternarsi armonico di queste forme geometriche dà la vera bellezza e oggi molti filler hanno questa capacità.»

«Quindi lei è praticamente un artista. Ci ha parlato di armonia del volto: perché molto spesso vediamo delle facce gonfie e delle labbra a canotto?»

«Purtroppo tra di noi medici non tutti la pensiamo allo stesso modo e allora quando arriva la signora o signorina che vuole essere più aggressiva e vuole mostrare labbra esageratamente più piene, pensando di diventare bella (secondo me invece diventano bruttissime), qualche volta qualcuno cede ed è per questo che si vedono in giro queste labbra e questi zigomi esagerati. Io dico sempre alle mie pazienti di restare un’oretta nella mia sala d’attesa per vedere, alla fine, solo persone sane con un bel viso, che escono con lo stesso viso di prima ma magari solo un po’ più rilassato, più pieno, un po’ più modificato nei volumi ma guardabile.
Io mi faccio un vanto del fatto che spesso le mie pazienti dicono che nessuno si è accorto di niente e pensano solo che abbiano riposato meglio e che il loro viso sia migliore, più rilassato; questo per me è un motivo d’orgoglio perché le mie pazienti arrivano già belle e vanno via ancora più belle, naturali; noi preferiamo pazienti che vadano via soddisfatte e serene.»

«Bellissima cosa. Da un punto di vista pratico una seduta di filler come si svolge?»

«È un’attività abbastanza rapida se la paziente è abituale e molto spesso viene da noi per ritoccare gli zigomi o le labbra. Se la paziente è nuova c’è prima un lungo colloquio per cercare di capire insieme quali sono i difetti; naturalmente di solito io ne vedo più di quanti ne vede la paziente, però non la guido mai e aspetto sempre che quest’ultima mi indichi i difetti che vede, quindi cominciamo da quel punto e poi, conoscendosi meglio, le cose vengono più naturali.
Si passa poi alla fase operativa: quasi mai c’è bisogno di un’anestesia tranne che per le labbra che sono molto dolorose e poi si inietta il filler; il tutto richiede non più di 10-15 minuti, quindi sono sedute molto rapide e poi si va via esattamente come si è venuti, cioè senza dolori, senza problemi e molto sereni. Se ci si intende bene il colloquio è fondamentale, è qualcosa di estremamente rilassante.»

«Professor Sito, a chi ci si deve rivolgere per ottenere un filler? Di chi ci si deve fidare e di chi no?»

«Allora, sicuramente un medico qualificato che non ha una specialità particolare. Io sarei tentato dal dirle solo chirurghi plastici ma non è così; certamente i chirurghi plastici, i dermatologi e i medici estetici hanno un ruolo fondamentale perché hanno preferito orientare la loro attività solamente nel campo dell’estetica e da loro si possono trovare non solo i filler ma anche altre manovre come il botulino, il laser e altre cose; sono medici che di solito hanno seguito dei corsi specializzati. Servono medici laureati in medicina che abbiano una preparazione specifica e che, solitamente, non solo sanno praticare i filler ma sanno affrontare le eventuali complicanze.»

«Professor Sito quanto dura l’effetto di un filler? Può cambiare da persona a persona e da zona a zona?»

«Anche questa è una bella domanda. Cambia un po’ in funzione dell’area in cui è stato praticato. Nelle labbra, che sono soggette a forti movimenti, il filler dura un pelino meno, ma sono sempre 6-7 mesi; nelle altre regioni, fatto salvo per le accanite fumatrici o per chi si mette al sole 12 ore, il filler dura anche 7-8 mesi.
Il filler non scompare all’improvviso, non ci si alza al mattino per poi non vederlo più, bensì il filler ha una durata progressiva: verso i 6 mesi comincia a essere metabolizzato e verso l’ottavo mese è il caso di tornare dal medico estetico; qualcuno (e secondo me saggiamente) preferisce ritoccare il filler ogni 6 mesi, perché ogni 6 mesi non ci sarà più bisogno di una dose massiccia ma sarà questione di una fiala divisa in due. Io sono contrario a riempire la paziente con 7, 8 oppure 10 fiale, secondo me non ha nessun senso, perché la vera bravura del medico statico sta nel far tutto con 1, 2 o 3 fiale magari dilazionate nel tempo. Per cui, dopo 6 mesi un ritocchino è opportuno e dopo 7/8 mesi certamente va rifatto l’impianto.»

«Professor Sito, la ringrazio. È stato un vero piacere ascoltarla. La ringrazio per aver contribuito alla nostra trasmissione.»

«Grazie a lei. Buon pomeriggio, a rivederla.»

«A rivederla a lei professore e grazie a tutti i nostri telespettatori per averci seguito fino a questo momento. Vi ricordo che potete vedere le repliche delle nostre puntatate sul portale medicina365.it
Vi do appuntamento alla prossima puntata e vi auguro un buon proseguimento di serata.»