Il Viso “Pieno” dei 20 anni

Non di sole rughe è fatto l’invecchiamento. Anche gli zigomi appiattiti aggiungono diversi anni alla carta d’identità. Per fortuna, oggi si può riconquistare la pienezza e il turgore della gioventù senza cadere nello sgradevole effetto “pillow face” o viso a “cuscinetti”, esibito da molte star.

Filler: jaluronico & C
Efficaci e non invasivi, i filler a base di acido jaluronico sono perfetti per rimodellare il viso. Non più con un ago, seppur minuscolo, ma con una sorta di “nano-cannula”, lunga e con la punta arrotondata. Una volta inserita, può essere manovrata facilmente per arrivare dov’è necessario, grazie alla sua flessibilità e alla scorrevolezza dovuta alla lubrificazione esterna. Evidenti i vantaggi: solo quattro pick ai due lati del viso, agendo su tre livelli (profondo, medio, superficiale), senza dolore né traumi. Con la possibilità di usare acido jaluronico di diversa consistenza, a seconda delle zone da trattare. Il risultato dura dai 3 ai 6 mesi.

Un filler long-lasting (fino a un anno)? Si chiama Radiesse. Approvato dall’americana FDA (Food and Drug Administration), è composto da una piccola quantità di microsfere di idrossiapatite di calcio sospese in un gel acquoso che, oltre a distendere le rughe, restituiscono al viso i volumi della giovinezza, stimolando la produzione di collagene.

PRP, il plasma che ringiovanisce
Anche la metodica dell’PRP (Platelet Rich Plasma) – plasma arricchito di piastrine – aiuta a rimodellare un viso scarno e scavato, accelerando la proliferazione cellulare (specie delle staminali), i processi riparativi e la rivascolarizzazione dei tessuti, oltre che la sintesi di collagene. Lo specialista può ottenere il PRP ad altissima concentrazione di fattori di crescita piastrinici (pari al 383%), in due step: prima centrifuga il sangue del paziente (senza alcun contatto con l’ambiente esterno) e poi separa i tre strati di cellule: dal più denso sul fondo o RBC (globuli rossi), a quello intermedio o PRP con il 30% di piastrine e globuli bianchi, fino all’ultimo o PPP (Platelet Poor Plasma), povero di piastrine. Con questa soluzione, effettua, infine, diverse microiniezioni sottocute a distanza di circa 1-2 cm l’una dall’altra.

Immediato un leggero “effetto filler” nelle zone interessate, ma è nell’arco di un mese che la pelle appare più turgida, luminosa e levigata. Ben tollerato dall’organismo, il trattamento va ripetuto 3-4 volte ogni 2-3 settimane. Il tutto senza rischi di rigetto, allergie o incompatibilità.

No alle protesi, sì al lipofilling
Al contrario, l’inserimento di protesi malari all’altezza degli zigomi (o malaroplastica) è superato. Troppe le controindicazioni: il viso invecchia e, di conseguenza, modifica naturalmente i propri volumi. La presenza di protesi fisse non può che turbare questo delicato equilibrio. Inoltre, l’intervento è piuttosto invasivo e può provocare infezioni, edema e gonfiori anche per un mese. L’alternativa a filler e PRP? L’ormai collaudato lipofilling, ovvero il rimodellamento del viso con il grasso della paziente stessa. L’esito dura, solitamente, da 2 a 5 anni. Con la ripresa del processo di invecchiamento e il progressivo riassorbimento del tessuto adiposo, è necessario un richiamo. Lo specialista effettua un piccolo prelievo di grasso sottocutaneo dalle cosce o dall’addome. Poi lo centrifuga e lo purifica con un’apposita apparecchiatura, iniettando il composto così ottenuto in prossimità degli zigomi o di altre aree del viso “appiattite” dagli anni o da dimagrimenti improvvisi. Il risultato si vede subito e il trattamento è sicuro. L’utilizzo delle proprie cellule adipose, infatti, non provoca rigetto, solo un lieve rossore e qualche ematoma, destinati a scomparire nel giro di due settimane. L’importante è che l’innesto avvenga in modo corretto, nel grasso sottocutaneo e alle inserzioni dei muscoli: solo così, la circolazione del sangue potrà favorire l’attecchimento e la riproduzione del tessuto adiposo. I limiti del lipofilling: richiede l’anestesia locale e, a volte, gli effetti appaiono poco omogenei, creando asimmetrie, da correggere con un ritocco.