Addio al macho “che non deve chiedere mai”! L’uomo si scopre narciso. E affronta con… virile determinazione inestetismi e difetti, rivolgendosi al chirurgo per eliminare i segni del tempo. Ma quali sono gli interventi che richiede di più? Ecco la “mappa” delle sue vanità.
Per… aprire gli occhi
Primo punto dolente per la civetteria al maschile? Palpebre in caduta libera e borse in primo piano. Perfetta la blefaroplastica. L’importante è che l’esito sia naturale: l’uomo non desidera cambiare la forma dell’occhio o modificare la sua fisionomia, solo rinfrescare lo sguardo e cancellare i segni della stanchezza.
Dopo aver inciso in corrispondenza della piega della palpebra superiore e/o sotto la linea delle ciglia in quella inferiore, si rimuove pelle e grasso in eccesso, effettuando poi sottilissimi punti di sutura. L’intervento dà sempre ottimi risultati. Con un unico inconveniente piuttosto raro: l’“occhio rotondo”, poco espressivo e naturale, dovuto al cedimento della palpebra inferiore in seguito all’asportazione della pelle. Per prevenirlo, oggi c’è la cantopessi, una nuova tecnica (abbinata alla precedente), che consiste nella tensione dei legamenti laterali degli occhi e nel riposizionamento verso l’alto del muscolo orbicolare.
10 anni in meno
Lui sembra andar fiero dei suoi 50 (e passa). Basta un fisico tonico e snello – dice, convinto – per dimostrarne dieci in meno. Vero, ma come la mettiamo con il viso? L’ovale in caduta libera non sempre si può mimetizzare con la barba (sempre più brizzolata). Invece di farla crescere (anche se non dona affatto), meglio puntare sul lifting. Con questa metodica, si riportano nella posizione iniziale tutte le fasce muscolari che rivestono e costituiscono la muscolatura mimica, tecnicamente dette SMAS (o Struttura Muscolo-Aponeurotica Superficiale).
In altre parole, si seziona il muscolo, per poi accorciarlo o eliminarne una parte, seguendo i vettori di trazione. Il tutto senza alterare l’espressione naturale del volto. L’intervento viene eseguito in sedazione o in anestesia totale. Il paziente non avverte dolore e può riprendere le normali attività dopo 15 giorni. Gli effetti durano dai 10 ai 15 anni, a seconda dell’invecchiamento biologico.
Se necessario, il lifting può essere esteso al collo. Specie se a cedere è il muscolo portante, o platisma, con l’allargamento a V delle sue due bande verticali. Assicura ottimi risultati e lascia solo minuscole cicatrici dietro le orecchie. Basta indossare un collare (come quelli utilizzati dopo un incidente) e si può uscire già dopo pochi giorni.
Restyling del mento
Ma il lifting non è sempre d’obbligo. A volte, è solo il doppio mento a invecchiare precocemente il viso. Un problema più frequente in chi ha un mento sfuggente e aggravato dalle posture sbagliate.
Per risolverlo, serve una liposuzione localizzata. Lo specialista effettua un’incisione di circa 3-5 millimetri sotto il mento e vi inserisce una micro-cannula che, tramite un aspiratore e precisi movimenti di “va e vieni”, consente la rimozione del grasso. Uno stretto bendaggio evita il ristagno di liquidi e favorisce la guarigione. Già dopo una settimana dall’intervento è possibile apprezzare un primo assottigliamento del profilo. La pelle si “riattacca”, ritornando progressivamente nella posizione iniziale.
La chirurgia soccorre anche chi desidera correggere un mento sfuggente o, al contrario, troppo pronunciato. Nel primo caso, si ricorre a una mentoplastica additiva, inserendo protesi di silicone solido attraverso un’incisione all’interno della bocca.
In alternativa, c’è una tecnica più complessa, che consiste nell’effettuare delle osteotomie (fratture), spostando in avanti un segmento osseo della mandibola. Il mento è sporgente o asimmetrico? Serve una mentoplastica riduttiva. Dopo aver praticato delle incisioni con il laser sulla parte bassa della gengiva, si asportano i tessuti molli (muscolo massetere) del mento e/o si scolla il periostio (membrana che riveste l’osso), asportando la superficie ossea in eccesso.
Petto e addome come nuovi
In genere più tonico e muscoloso della donna, l’uomo è assai meno predisposto alla cellulite. Tende, però, ad accumulare grasso su fianchi e pancia. Per eliminare le “maniglie dell’amore” c’è la liposcultura.
L’importante è che il paziente si sottoponga a un’accurata visita preventiva, per controllare che i depositi adiposi siano sottocutanei e non viscerali, cioè profondi, come spesso accade nell’uomo.
In questo caso, infatti,la liposcultura sarebbe inutile. Se si aggiunge il rilassamento cutaneo, è necessaria l’addominoplastica: elimina la pelle in più, ma è indubbiamente un’operazione più invasiva e lascia cicatrici sul basso ventre.
A turbare i sonni maschili, contribuiscono altri cuscinetti. Quelli localizzati in prossimità del seno. Se è solo grasso in eccesso (adipomastia o pseudo ginecomastia), basta la liposcultura. Se, invece, si verifica un incremento della ghiandola mammaria (ginecomastia) bisogna asportarla, praticando una minuscola incisione intorno all’areola.
Talora si tratta di ginecomastia mista, ovvero di aumento della ghiandola e del tessuto adiposo circostante. In tal caso, si asportano entrambi, compresa la pelle in eccesso, conferendo al torace un aspetto più tonico e naturale.