Indica un aumento di volume delle ghiandole mammarie nell’uomo, provocato da cause di varia natura e che si può verificare in qualsiasi periodo della vita. È la ginecomastia.
Tre le tipologie: puberale, congenita e acquisita (o indotta). La prima riguarda la stragrande maggioranza dei soggetti maschi che, tra i 12 e i 17 anni di età, attraversa una fase di notevole sviluppo mammario. In circa un terzo degli adolescenti, però, la ginecomastia regredisce nel giro di 10-12 mesi, in altri è più duratura.
E, dopo tre anni, scompare completamente nel 90% circa dei casi. Solo se al compimento del 17esimo anno di età, il problema non è risolto, si può cominciare a prendere in considerazione l’ipotesi di intervenire chirurgicamente.
Nella ginecomastia congenita – che si distingue anche per una connotazione di tipo familiare (ereditarietà) – i fattori scatenanti vanno ricercati in uno squilibrio degli ormoni o in una più spiccata sensibilità del tessuto mammario alle stimolazioni di questi ultimi. Infine, la ginecomastia acquisita.
A provocarla, può essere l’assunzione di trattamenti farmacologici a base di ormoni estrogeni o androgeni, sostanze dopanti (come gli steroidi anabolizzanti), altri tipi di medicinali (calcio-antagonisti, clonidina, H2-antagonisti, antitumorali, antimicotici, finasteride, dutasteride, isoniazide…) o, ancora, gli abusi di stupefacenti (marijuana e oppiacei) o di alcolici.
Così bisogna distinguere la ginecomastia “vera”, con incremento stabile della componente ghiandolare, più frequente nei giovani, dalla “falsa” (o pseudo-ginecomastia), costituita sostanzialmente da un aumento del pannicolo adiposo e tipica degli uomini maturi o anziani.
Attualmente l’unico modo sicuro per risolvere la ginecomastia vera è l’intervento chirurgico, effettuato in sedazione. Dopo aver ridotto le dimensioni della mammella con una mastectomia sottocutanea, una liposuzione (o entrambe le tecniche), lo specialista riduce la pelle in eccesso, lasciando, nella maggor parte dei casi, solo una minuscola cicatrice intorno al capezzolo. Merito della tecnica del “round block” che consiste nella rimozione di un anello cutaneo attorno all’areola, con successiva sutura. Se è la componente adiposa a prevalere si parla allora di Pseudo-ginecomastia, e basterà la liposuzione.
A seconda della metodica utilizzata, la durata dell’intervento varia tra i 60 e i 90 minuti. Al termine, al paziente vengono applicate una medicazione compressiva e una guaina elastica, che dovrà indossare per circa 20-30 giorni, astenendosi per l’intero periodo da attività sportive o sforzi gravosi. I punti di sutura saranno rimossi dopo 7 giorni circa. Ottimi i risultati: la regione mammaria viene rimodellata eliminando l’eccesso adiposo e cutaneo e, nel caso di ginecomastia “vera”, asportando la componente ghiandolare.
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