I due trattamenti di medicina estetica più effettuati al mondo sono la tossina botulinica e i filler. Nonostante entrambi vengano adoperati per il miglioramento dei segni dell’invecchiamento il loro meccanismo di azione è del tutto differente.
Il primo agisce rilassando i muscoli delle aree dove viene iniettato portando ad una distensione delle rughe mentre i filler con un’azione di riempimento, colmano i difetti del volto. Se si paragonano le rughe ad una valle collocata tra due colline esistono due modi per ridurne le differenza di altezza: riempire la valle ( filler ) o ridurre le colline (botulino).
In passato per diversi anni la tossina botulinica veniva impiegata per la sola correzione delle rughe del cosiddetto terzo superiore del volto e cioè di quell’aria comprendente la fronte, la regione glabellare ( intesa come l’area tra le sopracciglia) e la regione perioculare mentre la regioni del terzo medio e terzo inferiore cioè delle aree comprese tra occhi e mento venivano trattate con filler. Questa settorializzazione dei trattamenti era dovuta sia alla tipologia di materiali impiegati che alle scarse conoscenze ed alla poca esperienza esistente in quest’ambito.
Lo sviluppo di nuove tecnologie per lo sviluppo di filler associato alla grande ricerca scientifica ed allo sviluppo multisettoriale che si è avuto nell’impiego della tossina botulinica ha portato ad una revisione delle metodiche. Oggigiorno filler e tossina botulinica possono essere impiegati in maniera efficace e soprattutto sicura in tutte le regioni del volto.
Tossina botulinica quindi anche per ridurre le rughe perilabiali ( il cosiddetto codice a barre), per migliorare le rughe del mento (marionetta) e per ottenere lievi innalzamenti della punta del naso.
Allo stesso modo i filler vengono ora impiegati in regione che prima erano off limits in particolare quella perioculare sia a livello delle zampe di gallina che del tear trough, la regione che erroneamente viene definita “occhiaia”. Pronti per l’uscita sul mercato sono poi i cosiddetti filler elastici ovvero filler che si adattano alle strutture elastiche del volto.
Per non parlare degli ottimi risultati che si hanno usandoli in combinazione in un’area così difficile come quella del collo. Ma non è finita qui… recenti studi internazionali hanno confermato quella che era una sensazione e cioè che l’impiego di entrambi i trattamenti non solo producesse un miglioramento esponenziale, ma ne allungasse anche la durata.
I pazienti devono ormai entrare nell’ottica di idea che non devono limitarsi al singolo trattamento annuale ma devono prender cura a 360 gradi del loro viso iniziando un percorso che preveda l’impiego di metodiche multiple che stimolando l’organismo in modi differenti riescano ad avere risultati importanti. Non bisogna quindi più scegliere tra le due alternative ma impiegarli entrambi in maniera naturale e modulata ricordandosi sempre che la correzione più bella è quella “che non si nota”.
A cura del Dott. Sergio Marlino
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