Falloplastica: dopo una prima fase che potremmo definire di esplorazione del proprio io, si assiste oggi ad un fenomeno in crescita, che coinvolge l’intimo maschile e cioè alla chirurgia cosmetica dell’organo sessuale maschile. Tale pratica, ha origini antichissime, prendendo spunto da ciò che facevano gli antichi samurai, usi ad iniettare piccole goccioline di silicone nella pelle prepuziale o ad inserire biglie di vetro, sempre nello spessore dei due foglietti sottili di pelle, il cosiddetto prepuzio, che avvolge il pene, allo scopo di donare maggiore piacere alla donna. Altro motivo per cui l’uomo si rivolge sovente alle pratiche chirurgiche atte a migliorare la morfologia peniena, è la cosiddetta sindrome dello spogliatoio ovvero quell’atteggiamento di vergogna ed insicurezza che assale l’uomo che, messo occasionalmente a confronto con un altro – tipicamente in uno spogliatoio sportivo -, scopre di avere dimensioni inferiori del proprio pene. Occorre ricordare che l’attenzione dell’uomo verso il proprio organo sessuale, comincia verso i 6-7 anni, con le gare di pipì e non termina mai.
Nella donna, questa attenzione, che è comunque sempre ridotta, va dalla pubertà alla menopausa, scemando sempre più di interesse. Bisogna precisare che non vi è alcuna relazione tra le dimensioni che si possono ottenere chirurgicamente e la potenza sessuale. La funzionalità sessuale rimane la stessa, trovando solo un beneficio nella maggior sicurezza in se stessi che si acquista dopo l’intervento chirurgico. Le modificazioni più richieste sono fondamentalmente due:
Si ottiene incidendo parzialmente il legamento sospensore del pene: ciò consente un suo scivolamento in avanti, con conseguente aumento della sua lunghezza di 2-4 cm. in condizioni di riposo. Il grado di allungamento non è prevedibile con precisione prima dell’intervento, poiché la lunghezza del legamento sospensore è individuale e quindi variabile. L’intervento non influisce assolutamente sulla funzionalità dell’organo e pertanto non è utile per correggere eventuali problemi funzionali che rispondono invece molto bene al trattamento farmacologico, ad esempio con il Viagra. La cicatrice risultante è di pochi centimetri, situata alla radice del pene, completamente nascosta dai peli del pube. Questo intervento può essere effettuato in regime di day hospital, in clinica, in anestesia generale oppure con anestesia loco-regionale. Nel periodo post-operatorio è necessario astenersi dai rapporti sessuali per circa un mese ed inoltre praticare degli esercizi di stiramento del pene con un apposito strumento, il cosiddetto estensore del pene, per prevenire la retrazione cicatriziale ed aumentare i risultati ottenuti.
Si ottiene iniettando a livello penieno tessuto adiposo del paziente stesso, prelevato generalmente dall’addome o dall’interno delle cosce, con la tecnica del lipofilling. In questo modo si ottiene un aumento uniforme dell’organo, piuttosto duraturo nel tempo; vi è solo inizialmente un 30% di riassorbimento. L’intervento, che è ripetibile più volte nel tempo, se si è particolarmente esigenti , è eseguito in day-hospital, in anestesia locale, con blanda sedazione del paziente. Anche quest’intervento non influisce assolutamente sulla funzionalità dell’organo. E’ consigliata l’astensione dai rapporti sessuali per circa 15 giorni.
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