A coniare la parola, nel 1945, fu il celebre make up artist Max Factor, che nella sua scuola di trucco professionale, insegnava agli allievi come rimodellare i tratti del viso, tramite un tutorial passo dopo passo, ancor oggi online. Ai nostri giorni questa tecnica si chiama face contouring e spopola sulle passerelle e in rete, dove star, blogger e it-girl alimentano la tendenza, contagiando un numero crescente di donne.
Consiste in un gioco di ombre e di luci creato con fondotinta, correttori e polveri chiare, scure e illuminanti, per rimodellare i contorni del viso e restituirgli volume e tridimensionalità, mimetizzando, nel contempo, i piccoli difetti (come il doppio mento o il naso a patata). L’effetto c’è, spesso eclatante, ma – ahimè – evanescente. Basta un passaggio di latte detergente e tutto torna come prima!
La buona notizia? Per raggiungere risultati analoghi, ma long lasting, basta rivolgersi allo specialista che può rimodellare il viso in modo naturale e armonioso grazie ad alcune tecniche combinate di medicina estetica. Dall’eclettica tossina botulinica ai filler di acido jaluronico fino ai fili di trazione. Eccole, step by step.
Dal quadrato… al triangolo
Tra i difetti più comuni c’è il viso troppo squadrato, dovuto a un eccessivo sviluppo del massetere, muscolo localizzato tra la mandibola e lo zigomo, che tende a ingrandirsi per un fattore congenito, una malocclusione o un’errata masticazione. Per restituire all’ovale un più gradevole profilo triangolare, ideale la tossina botulinica di tipo A. Infiltrata localmente, tramite un microago, agisce sul massetere e ne diminuisce spessore e volume in modo significativo, ridimensionando la zona della mandibola e migliorando il contorno inferiore del viso.
Il restyling può essere completato anche da alcuni ritocchi del mento. A cominciare dalla parte sottostante: una micro-iniezione di botox “addormenta” i muscoli, stimolando quelli della parte superiore del viso a contrarsi con più forza, con un visibile effetto tensore e una riduzione del doppio mento. Ancora: una sola infiltrazione di tossina botulinica sulla punta del mento corregge quella linea orizzontale molto pronunciata o addirittura un aspetto ad “acciottolato”, entrambi conseguenti ai movimenti eccessivi (o ipercinesi) del mento.
Ovale perfetto
Anche l’innesto di fili di trazione lungo la linea che va dall’angolo della bocca fino alla regione perioculare contribuisce a migliorare la definizione dell’ovale. Composti da un materiale riassorbibile, come il polidiossanone, sono introdotti mediante aghi sottilissimi e indolori, ricreando una sorta di rete sotto il derma. Ogni filo misura circa 3 cm e ne servono mediamente 10 per ogni area trattata. In genere, se si vuole ottenere un effetto lifting complessivo, si interviene su tre diverse zone del viso: mandibola, guance e zigomi. Il risultato si vede subito e dura fino a 6 mesi. Non solo: dissolvendosi in maniera graduale, i fili accelerano la sintesi di nuovo collagene, a tutto vantaggio dell’elasticità e del turgore cutanei. Il trattamento è sicuro, non lascia tagli, nè cicatrici.
Riempire i vuoti
Tempie svuotate? Per restituire tono e pienezza a questa delicata zona, si può utilizzare un filler biodinamico: a base di un acido jaluronico particolarmente morbido ed elastico, è in grado di assecondare la mobilità del viso, a favore di un esito molto naturale e duraturo (fino a 9 mesi).
Una sola avvertenza. Lo specialista deve fare attenzione a non utilizzare una quantità di materiale superiore al dovuto. C’è infatti il rischio di cadere nell’eccesso opposto, la cosiddetta “peanut face”, una faccia troppo rotondeggiante e dunque esteticamente poco gradevole.
Durante i trattamenti descritti, si può avvertire un leggero fastidio attenuato dalla crema anestetica o, nel caso dei fili di trazione, da un’anestesia locale. Nessun effetto collaterale, a parte rossori e/o gonfiori lievi, di rado piccoli ematomi, che scompaiono rapidamente. Basta un velo di fondotinta per tornare alle normali occupazioni.