Di tanto in tanto bisogna affrontare degli argomenti davvero difficili e direi anche un po’ tristi. E’ di questi giorni la notizia che una collega e stimata anestesista sia stata fortemente danneggiata da un intervento che è difficile valutare se non si conoscono bene le cose ma che è stato quanto meno, fortemente improprio. Ora vale la pena di spendere due parole: innanzitutto su quello che è successo, su quello che noi sappiamo, quello che viene riportato dalla stampa naturalmente, questa collega così come capita a tante donne che hanno girato la boa dei cinquanta anni, si rivolge a questo chirurgo plastico per ottenere un ringiovanimento del viso. Il collega chirurgo plastico, sembra che abbia proceduto ad un trattamento di ringiovanimento con un laser frazionato e fin qui mi sembra che la cosa sia normale e la facciamo tutti, tutti i giorni. Il problema però è che sembra, sempre bisogna dirlo, che subito dopo il laser frazionato non avendo riscontrato alcun miglioramento, ma i miglioramenti del laser si vedono trenta, quaranta, cinquanta giorni dopo e magari dopo un paio di sedute, abbia applicato una sostanza che noi tutti conosciamo bene perchè l’adoperiamo che si chiama acido tricloro acetico. L’acido tricloro acetico ha numerosissime capacità: viene adoperato in laboratorio per denaturare le proteine e viene adoperato in estetica così come noi facciamo, per portar via completamente lo strato corneo, stimolare il derma sottostante ed ottenere un poderoso ringiovanimento del viso. Ma allora cosa è successo? L’acido tricloro acetico può essere adoperato in differenti concentrazioni dal 10, al 15, al 20, al 25, al 35 al 50%, ma noi sappiamo perchè la letteratura ce lo insegna, ci sono volumi, volumi e volumi di letteratura pubblicati sull’argomento, che l’acido tricloro acetico se adoperato al di sopra del 30, 35% e soprattutto nella regione periorale, dove dalle fotografie tristissime che abbiamo visto sembra che sia stato applicato può dare cicatrizzazioni abnormi, un po’ come succede in India, paesi che noi consideriamo sottosviluppati per certi versi, dove fidanzati gelosi e respinti gettano l’acido sul viso delle pazienti. Questo crea un’ustione di 3° grado con cicatrizzazione successiva ipertrofica cheloidea, con quei cordoni, quelle ondulazioni che abbiamo visto retraenti, che impediscono alla stessa paziente di poter parlare o di poter addirittura suggere, quindi ha delle grossissime difficoltà e allora sembrerebbe, usiamo sempre il condizionale perchè è quello che abbiamo saputo, che l’acido sia stato applicato, ma è anche verosimile per i danni subiti, alla concentrazione del 50%. Questo è qualcosa che assolutamente non va fatto. Il 50% è una concentrazione pericolosissima e i risultati sono quelli che purtroppo noi abbiamo visto. A questo si aggiunga che già il laser porta via una parte di pelle, quindi favorisce la penetrazione dell’acido e l’acido al 50% è penetrato ed ha agito ben oltre il dovuto. Si tratta, occorre dirlo, di un errore fondamentale che noi tutti, noi che apparteniamo a questa classe, i chirurghi plastici, i medici estetici, i dermatologi ed altri che si occupano seriamente di estetica, non commettiamo e non vorremmo avere mai commesso.