Con i suoi 80 anni di storia ed i numerosi impieghi disponibili, la
carbossiterapia è una tecnica oggi ampiamente diffusa in medicina. E’ l’utilizzo, a scopo terapeutico, di un elemento naturale e conosciuto da noi tutti: l’anidride carbonica.
La possibilità di servirsi di un così “banale” rimedio per la cura di alcune patologie è una scoperta ormai datata: siamo nel 1930, in Francia, e precisamente alle terme di Royat dove numerosi pazienti affetti da patologie vascolari si recavano per godere del beneficio apportato dal gas alle ulcere di cui soffrivano.
Un gas naturale innocuo
Da allora la sperimentazione su questa sostanza non si è mai fermata. Trattandosi di un
gas naturale non esistono rischi di sorta associati al suo utilizzo. Oggi la carbossiterapia trova applicazione in moltissime branche mediche ma il suo ruolo è ormai consolidato anche in campo estetico.
Le prime ricerche sugli effetti della somministrazione sottocutanea di anidride carbonica risalgono a 13 anni fa ed hanno messo in evidenza la capacità di questa metodica di migliorare il microcircolo, la riparazione tissutale, il turn-over cellulare, l’elasticità cutanea ed inoltre la peculiare capacità di distruggere accumuli localizzati di grasso. La carbossiterapia, quindi, è una tecnica ottimale per il trattamento di molte delle più comuni irregolarità cutanee quali
cellulite, smagliature, cicatrici ipertrofiche e utile finanche nel ringiovanimento del volto.
Come funziona la carbossiterapia
Ogni cellula del nostro corpo per compiere le funzioni a cui è deputata ha bisogno di energia che essa stessa crea a partire dall’ossigeno. Questo elemento giunge a tutte le cellule dell’organismo attraverso i vasi sanguigni grazie all’emoglobina. Una volta rilasciato l’ossigeno, l’emoglobina riceve anidride carbonica come “rifiuto” prodotto a seguito della trasformazione dell’ossigeno in energia.
Iniettando quindi un piccolo quantitativo di anidride carbonica nel tessuto sottocutaneo si stimola l’organismo ad aumentare la vascolarizzazione di una determinata zona per incrementare l’apporto di sangue ossigenato e ripulirla dai prodotti di degradazione. Cellulite, smagliature, occhiaie e cicatrici patologiche sono in parte causate da un’alterata vascolarizzazione. Un ridotto scambio di elementi nutritivi con il sangue è infatti responsabile del rallentamento di tutti quei meccanismi fisiologici che contribuiscono al mantenimento della nostra pelle e dei tessuti sottostanti in uno stato di equilibrio e benessere.
L’aumento della vascolarizzazione cutanea migliora il trofismo della cute ed il suo aspetto estetico globale; questa insieme alla capacità di ridurre volume e numero delle cellule adipose rappresentano le armi della carbossiterapia.
Come si svolge il trattamento di carbossiterapia
Ogni seduta di carbossiterapia dura dai 15 ai 30 minuti a seconda della zona e dell’inestetismo da trattare. L’anidride carbonica è iniettata nel tessuto sottocutaneo attraverso un piccolo ago sterile collegato, attraverso un tubo anch’esso sterile, al corpo principale dell’apparecchio. Quest’ultimo è composto da un serbatoio contenente il gas ed un flussimetro, uno strumento che ne regola la fuoriuscita. La velocità di flusso ed il quantitativo di anidride carbonica da iniettare sono scelti dal medico a seconda del caso, con un approccio del tutto individuale per ogni paziente.
Il trattamento non causa dolore: l’iniezione è superficiale e la maggior parte delle alterazioni cutanee trattate con carbossiterapia sono responsabili, oltre che dell’inestetismo, anche di una ridotta sensibibilità. L’unico effetto collaterale di tale tecnica, peraltro davvero trascurabile, è la possibile formazione, in alcuni casi, di piccoli lividi nella sede di iniezione. Si tratta tuttavia di un evento temporaneo che va incontro ad autorisoluzione ed è facilmente contrastabile attraverso una terapia topica che ne velocizza la scomparsa.
Carbossiterapia non solo per il viso
Ma le performance di questa metodica non si limitano al viso. Da oltre dieci anni viene impiegata con successo nel trattamento della cellulite. Iniettata localmente, l’anidride carbonica svolge una duplice azione: da un lato, favorisce la dilatazione dei vasi sanguigni, riattivando la circolazione, dall’altro aumenta il drenaggio veno-linfatico e provoca la “rottura” delle cellule adipose, rimaneggiando il grasso in eccesso. Il sangue scorre così più velocemente e i tessuti ricevono più ossigeno, con tutti i benefici che ne derivano.
La carbossiterapia riduce, inoltre, le adiposità localizzate su pancia e fianchi. Anche in questo caso, l’anidride carbonica agisce su più fronti: migliora l’irrorazione sanguigna e gli scambi metabolici, aumenta il drenaggio e stimola i processi di lipolisi, cioè di demolizione del tessuto grasso. L’importante è inserire l’ago con un’angolazione particolare pari a 45°. Scientificamente chiamate strie atrofiche, le smagliature sono strappi del derma, causati della rottura di fibre di collagene e di elastina. Possono colpire cosce, addome, glutei e seno e all’origine appaiono di colore rosso-violaceo.
Con il tempo diventano bianco madreperla, segno che in quel piccolo lembo di pelle non arriva quasi più sangue. La carbossiterapia combatte in modo efficace anche questo “difficile” inestetismo. Il medico inietta l’anidride carbonica a livelli molto superficiali, sotto le strie e al loro interno. Il potente effetto vasodilatatore di questo gas ripristina il corretto flusso sanguigno nelle aree asfittiche, migliorando, inoltre, l’elasticità cutanea grazie a una stimolazione diretta dei fibroblasti. Gli esiti più soddisfacenti si hanno sulle smagliature rosso-violacee, di più recente formazione, ma è possibile attenuare anche quelle bianco-perlacee, di più antica data.