trattamenti uomo donnaÈ la liposuzione, l’intervento di chirurgia plastica più praticato in Italia. È quanto si evince dai dati, relativi al 2012, dell’Associazione Italiana di Chirurgia Plastica Estetica (Aicpe), emersi da un sondaggio a risposta multipla, a cui hanno risposto 255 chirurghi plastici in tutta Italia. Segue la blefaroplastica, ossia il ringiovanimento dello sguardo, mentre al terzo posto si impone il lipofilling, ovvero il grasso autologo prelevato da una zona del corpo (come addome e fianchi) per essere trapiantato un’altra (come il viso). Un successo dovuto, con tutta probabilità ai risultati naturali che si possono ottenere con questa metodica, senza ricorrere a sostanze di sintesi o protesi.

Domanda: dov’è finita la mastoplastica additiva (o aumento del seno), che nel 2011 era l’intervento più praticato? È ancora in classifica, ma sbalzata addirittura al quarto posto. Forse a causa dello scandalo delle protesi Pip, riempite in modo fraudolento con silicone industriale, che ha dissuaso molte donne dall’affrontare questa operazione.

Uomini sempre più narcisi

Ma la vera sorpresa è un’altra. Secondo le cifre recentemente diffuse dall’International Society of Aesthetic Plastic Surgery (Isaps), la chirurgia estetica al maschile rappresenta ormai circa il 30% del totale.

Sono soprattutto gli uomini inglesi e tedeschi a essere più attenti all’estetica: dalle rughe sul viso alle maniglie dell’amore, passando per la blefaroplastica e la liposuzione. Una percentuale che sembra confermata anche nel Bel Paese, dove i maschietti – dai 20 ai 60 anni – ricorrono sempre più di frequente al bisturi. Nonostante la crisi. Gli interventi più gettonati? Rinoplastica, addominoplastica e blefaroplastica.

Trend e graduatorie a parte, resta vero che, nel nostro Paese, gli interventi di chirurgia plastica hanno registrato un calo complessivo del 10-15% rispetto all’anno precedente.

Al Nord preferiscono il botulino

Al contrario, assai più positive le cifre nel settore della medicina estetica. La sostanza più iniettata si conferma l’acido ialuronico (+24,5% rispetto al 2011), seguita dal botulino (+15,6%) e dal laser, che nei pazienti ultra cinquantenni raggiunge fino al 38% delle richieste. Ma non si tratta di una tendenza solo italiana: anche la statunitense IAPAM (International Association For Physicians in Aesthetic Medicine) conferma che negli Usa i trattamenti non invasivi sono cresciuti esponenzialmente nonostante la crisi.Tornando all’Italia, si riscontrano differenze significative tra una regione e l’altra. A rivelarlo il Collegio Italiano delle Società Scientifiche di Medicina Estetica, sulla base delle richieste pervenute dai suoi pazienti. Al Nord, infatti, è la tossina botulinica a trovare il maggior consenso (26%), seguita dai filler all’acido ialuronico (24%), il laser resurfacing con il 20% e i peeling (10%). Nelle regioni centrali, invece, si registra un aumento considerevole delle terapie anticellulite (25%) rispetto ai filler, che rimangono, però, al primo posto con il 28%. La tossina botulinica è ai piedi del podio con il 22%, seguita dal peeling, in ascesa al 15%, il laser resurfacing (10%) e la rimozione dei tatuaggi (1%). E al Sud? I filler di acido jaluronico (30%) e la tossina botulinica (25%) rimangono ai primi posti, ma ancor più sorprendenti appaiono i peeling che raggiungono ben il 24% delle preferenze, incalzando da vicino i primi due. Chiudono la classifica i trattamenti anti-cellulite (14%), il laser resurfacing (6%) e la rimozione dei tatuaggi (1%).