botulino-giuseppe-sitoAl primo posto nel mondo tra le procedure estetiche non chirurgiche, con oltre 10 milioni di trattamenti l’anno. È la tossina botulinica di tipo A. Ma questo non è l’unico, inconfutabile dato a suo favore. Approvato in Italia e in circa 100 Paesi nel mondo per le rughe glabellari, il “botulino” è uno dei trattamenti con il margine di sicurezza più ampio in medicina estetica. Non ha mai provocato complicanze gravi, neanche dopo anni di trattamento sulla stessa persona. Basti dire che per “avvelenare” una persona con questo farmaco, si dovrebbero utilizzarne più di 60 fiale. Occorrerebbe, in altre parole, farlo apposta! Così anche i tanto sbandierati effetti collaterali – come l’eccessiva immobilità del volto, la ptosi palpebrale o sopraccigliare o le asimmetrie – sono transitori e scompaiono nell’arco di qualche settimana. E in ogni caso, dovuti all’eventuale imperizia del medico, non alla sostanza. Da qui l’importanza di rivolgersi a uno specialista davvero esperto.

Non gonfia e non irrigidisce

Eppure quando una star hollywoodiana esibisce zigomi a palloncino e labbra a canotto, il responsabile (o meglio il “capro espiatorio”) è sempre e solo lui: il famigerato botulino. Peccato che non sia assolutamente così. La tossina botulinica, infatti, non gonfia, né modifica i lineamenti. Si limita a decontrarre i muscoli della parte alta del viso, “stirando” le rughe. L’effetto di distensione sulla pelle e sulle rughe, visibile entro 7 giorni dalla seduta, dura mediamente dai 4 ai 6 mesi e non provoca alcuna assuefazione. Così, non irrigidisce affatto – come si pensa erroneamente – l’espressione facciale. Piuttosto regala un aspetto naturale e rilassato.

Non atrofizza muscoli e non “migra”

Altri pregiudizi diffusi e da sfatare? Primo: il muscolo nel quale è stata iniettata la tossina botulinica si atrofizza e non funziona più. Niente di più sbagliato: i muscoli decontratti con il farmaco ritrovano sempre la loro funzionalità iniziale e, se si vuole mantenere il risultato, bisogna ripetere il trattamento nel tempo. Come dimostra anche la più che ventennale esperienza dei trattamenti medici con botulino per le distonie muscolari. Secondo: il botulino può “migrare” in organi distanti dalla zona trattata, giungendo fino al cervello. A suffragare questa tesi, sarebbe uno studio condotto sui topi dal dottor Matteo Caleo dell’Istituto di Neuroscienze del CNR di Pisa e pubblicato sul Journal of Neuroscience nel 2008.
Ma tale esperimento non è mimimante comparabile con l’uso estetico o terapeutico della tossina botulinica. Innanzitutto, le iniezioni di questa sostanza sui ratti sono state effettuate alla base del muscolo olfattivo le cui fibre nervose sono in diretto collegamento con il cervello, quindi direttamente all’interno di strutture nervose. Cosa che non avviene mai per i trattamenti estetici o terapeutici. Inoltre, i dosaggi utilizzati per la sperimentazione sono assai più elevati – mediamente circa 2.500 volte – di quelli usati in medicina e in estetica. Infine, è molto difficile effettuare una comparazione diretta tra topi e umani, poichè molto diversi dal punto di vista fisiologico.

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