Una o più gravidanze, rapido dimagrimento di parecchi chili, predisposizione genetica, invecchiamento. Sono le principali cause del rilassamento e dello svuotamento della zona addominale. Quando dieta e attività fisica non riescono più a risolvere il problema, non resta che una soluzione: l’addominoplastica.
Non a caso tra i cinque interventi di chirurgia estetica più richiesti nel mondo, rimuove gli eccessi di pelle e gli accumuli adiposi, tonifica l’apparato muscolare, eliminando anche le eventuali smagliature di questa area del corpo.
Può essere effettuata da sola o in abbinamento alla liposuzione, che permette l’aspirazione del grasso localizzato. Con una precisazione: l’addominoplastica non può e non deve servire a combattere l’obesità. Chi ne è affetto, prima di sottoporsi a questa operazione, deve seguire una dieta rigorosa sotto stretto controllo medico. Ecco i vari step.
Spesso l’intervento non riguarda solo la pancia, ma anche il pube, i fianchi e a volte la schiena. Quindi, a seconda della gravità del problema, può avvenire in day hospital o con ricovero di 2-3 giorni, in sedazione o anestesia generale.
Talvolta, può essere consigliabile l’epidurale (in sede lombare), che permette alla paziente di non avvertire dolore, pur restando vigile e sveglia.
Il chirurgo pratica un’incisione semicircolare a livello del pube (simile a quella del taglio cesareo), scollando parzialmente la pelle dai muscoli sottostanti e, se necessario, asportando il grasso con la lipoaspirazione.
La pelle viene tirata verso il basso e quella in eccedenza eliminata insieme alle smagliature. Lifting anche per la regione pubica (con i tessuti sollevati, invece, verso l’alto). In molti casi, l’ombelico viene isolato con una incisione circolare e la pelle intorno a esso tirata fino al pube, per essere suturata. Infine lo specialista rinforza e rimette in tensione la fascia muscolare rilassata con punti robusti.
La cicatrice viene facilmente nascosta sotto il costume da bagno. Se i drenaggi andranno tolti dopo un paio di giorni, meglio non rimuovere, per almeno quindici, il bendaggio elastico compressivo: aiuta a contenere e risolvere l’edema (o gonfiore) e favorisce la corretta postura durante la guarigione.
Si può tornare alle normali attività a distanza di una settimana, anche se, per apprezzare il risultato definitivo, deve trascorrere almeno un mese. Ancora: due mesi senza sole per prevenire la formazione di macchie cutanee e uno per riprendere progressivamente l’attività sportiva evitando sforzi eccessivi.
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