Anche lui si “ritocca”

In passato era considerato un esemplare raro, presente solo nelle grandi metropoli. Il “metrosexual”, ovvero l’uomo forte consumatore di cosmetici, che pratica fitness e ricorre a trattamenti estetici e medici (abbronzatura artificiale, depilazione del corpo, ritocchi…), alla ricerca di un ideale di perfezione estetica. Oggi spopola dovunque e non tenta nemmeno di nascondere il suo narcisismo. Anzi accetta di buon grado gli stessi rimedi delle donne, ma con un’esigenza in più. Devono lasciare il minor numero possibile di segni sul viso e anche quei pochi devono sparire assai in fretta. Incombono gli sguardi indiscreti di donne e colleghi! Ecco i trattamenti più gettonati dall’uomo.

No alle cicatrici da acne
Pelle grassa e lucida. Potrà sembrare strano, ma per l’uomo è un assillo estetico. Specie se impurità e pori dilatati si trasformano in acne. Responsabile il testosterone (ormone maschile), che stimola la secrezione delle ghiandole sebacee, pure più piccole di quelle femminili. Quando il danno è fatto e l’acne ha lasciato i segni, lui non può fare a meno di correre ai ripari. Due le soluzioni per renderli meno visibili. Il primo è il laser “frazionato” abbinato al Co2, cioè a una lunghezza d’onda molto elevata. Produce migliaia di forellini sotto gli strati superficiali dell’epidermide (intercalati da zone intatte), da cui parte la rapida rigenerazione dei tessuti. Basta una crema anestetica locale, mentre eritema e gonfiore scompaiono in 4/5 giorni. Oppure si può puntare sullo “Skin Needling” o bio-rimodellamento meccanico: si avvale dell’azione meccanica di un manipolo che, perforando l’epidermide con appositi microaghi disposti in file ordinate sulla superficie di cilindri di vario diametro, stimola la sintesi di collagene ed elastina. Dopo la seduta – da ripetere 3-4 volte – la pelle resta arrossata per circa 15 ore. Per renderla più uniforme, attenuando piccole rughe e cicatrici superficiali, l’uomo chiede anche peeling chimici a base di Tca (tricloroacetico), tra l’altro, un’ottima alternativa alla pulizia del viso.

Rughe levigate e labbra naturali
E le rughe? Non fanno più “macho” come un tempo, ma disturbano non poco la sua incipiente vanità. Specie quelle della fronte e, ancor di più, degli occhi. Per cancellarle, perfetti filler (con acido jaluronico o carbossimetilcellulosa sodica) e botox. Nel primo caso, il tipo di materiale è lo stesso uitilizzato per le donne. A cambiare è semmai la sua consistenza e la quantità richiesta per riempire solchi e rughe. Ciò perchè la pelle maschile, più spessa e resistente di quella femminile. Ancor più amato dal “sesso forte” il botox, che abbina l’efficacia antirughe alla totale assenza di ematomi. Iniettato in piccolissime dosi all’estremità dei muscoli interessati, ne inibisce la contrazione. L’effetto è visibile dopo 5-14 giorni.
E le labbra? L’uomo le vuole piene e ben delineate, ma molto naturali.
Per questo risultato, d’obbligo i classici filler a base di acido jaluronico, ma iniettati in modo più graduale (in 2-3 sedute) di quanto non si faccia con le donne. Anche la tecnica è diversa. A causa della componente mucosa più ridotta rispetto alla bocca femminile, lo specialista inserisce l’ago in senso perpendicolare rispetto al labbro, depositando piccole quantità seriali di prodotto associato a un anestetico locale.

Viso pieno e (molti) capelli
Gli zigomi appiattiti aggiungono diversi anni alla carta d’identità. Ma l’inserimento di protesi malari all’altezza degli zigomi (o malaroplastica) è superato. Troppe le controindicazioni: il viso invecchia e, di conseguenza, modifica naturalmente i propri volumi. La presenza di protesi fisse non può che turbare questo delicato equilibrio. Inoltre, l’intervento è piuttosto invasivo e può provocare infezioni, edema e gonfiori anche per un mese. Meglio puntare, anche in questo caso, sui filler di acido jaluronico o carbossimetilcellulosa sodica. Per rimodellare gli zigomi maschili, però, ne servono almeno due fiale. Stessa soluzione anche per riempire le guance, specie quelle molto scavate di un fumatore o di un atleta. Cambia però la tecnica d’impianto: non più aghi, ma una microcannula in grado di distribuire il prodotto in modo omogeneo.

Altro mito da sfatare? La calvizie come sinonimo di virilità. In realtà non c’è inestetismo che l’uomo soffra di più della perdita di capelli o alopecia androgenetica. La medicina estetica propone un’innovativa metodica di medicina rigenerativa, il PRP (Platelet Rich Plasma), plasma arricchito di piastrine, in grado di stimolare l’attività delle cellule staminali dei bulbi piliferi ancora presenti, ma silenti o sofferenti. I capelli, in tal modo, si rafforzano e ricrescono. L’importante è effettuarla solo su pazienti che abbiano ancora dei bulbi attivi.

Il PRP si esegue in ambulatorio e richiede circa 30-45 minuti. Dopo aver anestetizzato la zona da trattare, lo specialista passa sul cuoio capelluto un roller, sorta di rullo provvisto di micro-punte, che provoca una lieve abrasione, per favorire l’attivazione dei fattori di crescita del capello.
Infine inietta la soluzione ottenuta, per poi procedere al massaggio del cuoio capelluto che ne favorisca la distribuzione.

Non è richiesta convalescenza.